martedì

Imperativo Comacchio: non mollare


COMACCHIO. A volte li chiamano in modi diversi, ma sono segnali. Il pareggio strappato con lucidità a Suzzara è un punto in più, una certa iniezione di ottimismo, un piccolo vantaggio strappato alla Castellana ed alla zona retrocessione diretta, ma soprattutto è un segnale di salute e solidità. Eh sì, solidità. Poco importa che ad una delle più disastrate difese del girone, quella del Suzzara, il solitamente piuttosto prolifico attacco lagunare non sia riuscito a segnare almeno una rete (una vittoria sarebbe stata cosa fantastica!): i bianconeri mantovani hanno uno degli attacchi più forti, bene assortiti ed a tratti devastante del campionato, e sono stati bloccati senza trovare la via della rete. E questo, in un momento di crescita per la squadra e di sostanziale tenuta delle avversarie è da considerare un segnale importantissimo delle interessanti possibilità di sviluppo. Per capirci: se è la terza volta appena in questo campionato che il Comacchio non trova la via della rete in trasferta, è la prima in assoluto (dopo 14 viaggi...) in cui la porta della formazione lagunare rimane inviolata. Ormai la squadra una sua inquadratura difensiva credibile l’ha trovata, tanto da potersi permettere di impiegare un giocatore del valore di Arrigoni come elemento da lanciare di rincorsa: un portiere attento (e Ferroni, al termine della gara di Suzzara, si è lanciato in un bell’elogio di Calderoni: mica poco, per un ragazzo del ’90, e che viene da un espertissimo pariruolo come Tonino Ottimo Massimo, attento allevatore di infinite schiere di estremi difensori) una coppia centrale di sicuro rendimento e 2 ragazzi giovani ma di rendimento elevato come Sassi e Finardi. Se c’è da bloccare e rilanciare, Marandella e Barbi sono due sicurezze, e l’impiego di Gianella a centrocampo finisce per essere tutto fuorché una misura difensivistica, dato che il laterale è uomo che spinge a ritmi elevati e non disdegna di lanciarsi in attacco, pur garantendo copertura. Infine, l’esperienza e la capacità di tener palla di D’Aniello sono essenziali per l’equilibrio. Stavolta non si è segnato, ma in un contesto in cui il Suzzara ha spinto molto, le migliori occasioni da gol sono state prodotte dal Comacchio. Ed anche questo è segnale assolutamente positivo. A questo punto c’è la sosta pasquale, e sarà necessario non calare la concentrazione; la sosta viene a fagiolo per ricaricare le pile e partire per le ultime cinque gare. Adesso, Ferroni ha due scelte: spingere al massimo per cercare di riprendere la zona-salvezza diretta oppure gestire la situazione in attesa dei play out. Obiettivamente, andare a riprendere il gruppetto di quota 36 o anche il Russi a 35, è oggettivamente complicato: una squadra, in caso di finali convulsi e se tutto va bene, di solito, la si può anche riprendere, farlo con quattro o cinque, sperando che tutte smettano di avanzare è improbabile. Però tirare a campare, contando sul fatto che Verucchio e Castellana sono in caduta piuttosto costante sarebbe un errore. Meglio tirare il più possibile, mantenere il passo e magari sperare che qualcuno rallenti. Nel girone di ritorno non lo hanno fatto in tante di quelle che si tenevano nel mirino (come invece è successo a Castellana, Lonato e in parte al Suzzara) e sperare in flessioni di squadre abituate a giocarsela sul filo come Russi e Mezzolara, è quasi spesso pura illusione. Ma sul piano psicologico, finire in crescendo, risucchiando un’avversaria o due, sarebbe importante. 

Alessandro Bassi
fonte:la Nuova Ferrara 


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